Da quando aveva 11 anni all’interno dell’ambiente biancoblù, Thomas Orru è diventato uno degli elementi più in luce della sua leva nel corso del tempo, andandosi anche a guadagnare la fascia di capitano. Questa stagione è stata caratterizzata da un’inaspettata novità, ovvero il cambio di ruolo dal centrocampo all’attacco, più precisamente come esterno alto. Una mossa proficua visti i suoi 18 gol messi a segno, al terzo posto nella classifica marcatori sotto a Matteo Gioffredi (23) del Genova Calcio e Matteo Galetti (20) dell’Arenzano. Insomma, adesso se Thomas dovesse scegliere se giocare a centrocampo o in attacco, la sua risposta sarebbe scontata: “Assolutamente davanti“.
Thomas, quali sono stati i tuoi primi passi nel mondo del calcio?
Ho iniziato a giocare a Villanova quando avevo sei anni con mio papà che mi allenava e mi ha trasmesso la passione per il calcio. Dopo cinque anni tra leve più grandi, ovvero quelle del 2003 e 2004, ho deciso di venire qui a Ceriale perché era pieno di miei compagni di classe. La prima metà dell’anno sono stato nella seconda squadra, poi ambientandomi meglio ho travato sempre più spazio.
E in quel momento hai notato i primi cambiamenti, giusto?
Proprio così. Già a Villanova ero abituato a giocare ad 11, quindi quando è stato il momento di farlo a Ceriale mi sentivo pronto. In me vedevo un bel miglioramento perché avevo sempre grande grinta, vedendo il calcio come un divertimento e grazie ad un allenatore importante per me come Armando Minutoli. Purtroppo non ho mai vissuto a pieno i due anni con lui tra la rottura del braccio e la pandemia, però è da quei momenti che mi sono accorto di essere cambiato.
Che tipo di giocatore sei?
Innanzitutto sono una persona che vuole sempre il 100% da se stesso, anche se a volte non lo riesco ad ottenere perché naturalmente non sono un robot. La serietà è alla base di tutto, non ho mai saltato un allenamento se non per motivi di salute. Quest’anno con il cambio di ruolo ho dovuto cambiare il mio modo di giocare. avendolo sempre fatto in mezzo al campo correndo molto e senza essere troppo falloso. Stando davanti mi diverto di più nell’uno contro uno e tirare in porta.
Ma com’è nato precisamente questo tuo cambio di ruolo?
Ho iniziato la preparazione e poi per due settimane sono andato in stage linguistico per la scuola, saltando così la prima giornata di campionato. Quando sono ritornato il mister mi ha preso da parte dicendomi che mi voleva cambiare di ruolo, pensando che la mia presenza in attacco avrebbe potuto essere utile. Inizialmente ero spaventato di giocare con la linea di fianco ed essere limitati nei controlli orientati, ma alla fine è stato divertente. All’esordio contro l’Arenzano ho subito messo a segno una doppietta e da quel momento ho iniziato ad imparare al meglio tutti i movimenti con gli allenamenti di mister Bortolini e Fazio, adattandomi così molto facilmente a questo cambiamento.
Come potresti riassumere brevemente la stagione appena trascorsa?
Difficile perché siamo partiti bene ma poi siamo calati soprattutto nel girone di ritorno. Eravamo una delle squadre più piccole del campionato ma ci allenavamo sempre al massimo e divertendoci soprattutto, formando così un bel gruppo.
Il momento più bello?
La tripletta al Pietra Ligure.
Che cos’è il Ceriale per te?
Il posto in cui vado nei miei momenti di svago, anche nei momenti difficili. In tutti questi anni non ho mai avuto un momento in cui non avevo voglia di andare ad allenamento. Anche se c’è da studiare io vado perché mi diverto a giocare a calcio, trovandomi bene con i miei compagni. Passare quell’ora e mezza al campo per tre volte a settimana più il sabato mi fa stare bene.
E per il prossimo anno quali sono le tue motivazioni principali?
Non so se continuerò a giocare quando finirò il liceo, siccome dovrò andare all’università e di conseguenza organizzare il mio futuro. Per il prossimo anno però lavorerò per far si che il mio contributo fosse utile anche alla Prima Squadra.